C'era una volta... la qualità nei mobili esiste ancora, bisogna però saperla riconoscere
Capita ogni giorno di fare delle spese, da quelle alimentari a quelle per vestire, dalle spese tecnologiche a quelle di riparazione, dalle attrezzature per sport e hobby a quelle sanitarie… e per ognuno di queste abbiamo un bagaglio se pur minimo di conoscenze che ci aiutano nell’acquisto del prodotto: conoscenze che ci vengono date dagli operatori del settore, da persone che hanno avuto prima di noi la nostra stessa esigenza, da internet, dalle pubblicità televisive ecc . Quando si tratta però di scegliere un mobile per la nostra casa spesso e volentieri se ne sa poco e quel poco che si sa, talvolta è sbagliato. Come mai in questo ambito non ci sono informazioni utili all’acquisto? Essendo questo un mondo molto vasto non è facile fare chiarezza, proveremo comunque a far ordine.
Cominciamo con una provocazione: un mobile può anche essere fatto con il legno! Oggi la maggior parte di questi oggetti di arredamento è costruita con materiali scadenti e quando si procede all’acquisto molto spesso veniamo disorientati dal prezzo o dai termini tecnici che ci creano una certa sudditanza psicologica. Infatti, essendo bombardarti da parole di difficile comprensione, siamo talmente intimoriti da non osare chiedere ulteriori spiegazioni. Iniziamo specificando che il materiale maggiormente utilizzato nei mobili è un composto chiamato truciolare che di solito è il più economico tra tutti. Si presenta con un colore scuro data la sua composizione: scarti di legno o di altre lavorazioni, ramacce, radici ecc. legati insieme mediante colle ureiche che possono contenere formaldeide ossia una sostanza dichiarata cancerogena. Oggi per fortuna ci sono dei limiti normativi alle emissioni di formaldeide certificati dai produttori con i loghi e la dicitura “Pannelli Classe E1” o ancora meglio “E0****” che lo rendono commercializzabile. Ricordate sempre di guardare la classe dei pannelli per assicurarvi la bassa emissione di questa sostanza!
Esiste poi un altro tipo di truciolare ossia quello di pioppo che normalmente presenta un colore chiaro. Quest’ultimo è composto da particelle di legno provenienti solo dal cuore del tronco e che conferiscono caratteristiche di buona qualità abbinata ad un peso inferiore.
Un’altra soluzione costruttiva è la realizzazione con l’MDF (medium density fibreboard) ovvero una macina di legno molto più fine rispetto al truciolare dove gli scarti vengono impastati con collanti e pressati fino ad ottenere dei pannelli; questo materiale normalmente dà delle prestazioni migliori sul profilo della solidità e della durata, tanto da essere prevalentemente impiegato nei mobili da bagno proprio per la sua resistenza all’umidità e all’acqua.
Arriviamo poi al tamburato ottimo per la sua leggerezza, naturalezza e per la sua qualità, utilizzato maggiormente per realizzare porte d’interni, armadi e cucine perché adatto a non stressare i meccanismi di apertura delle ante. Anche qui dobbiamo chiarire che ci sono tamburati e tamburati: normalmente è costituito da un telaio portante di legno di abete e con al cento un sistema alveolare di cartone, ricoperto da due strati di fibra di legno o di mdf. Tuttavia, molto spesso i tamburati vengono realizzati con il telaio in truciolare; questi - pur chiamandosi allo stesso modo - presentano caratteristiche di resistenza e leggerezza molto inferiori e logicamente con costi diversi.
Come dicevo, i mobili possono essere costruiti anche con il legno e dunque abbiamo il multistrato ossia pannelli di legno composti da un certo numero di strati (di solito 5) ricavati dalla sfogliatura di tronchi che, incollati tra loro, permettono di ottenere durezza, leggerezza, duttilità lavorativa, stabilità e resistenza all’acqua. Risulta ideale nel settore navale (multistrato marino) e per la produzioni di tavoli e sedie, mobili di grandi dimensioni ecc.
Infine arriviamo al massello o massiccio, il più pregiato e costoso dei materiali. È composto da tavole interamente ottenute da tronchi di legno, incollate tra di loro, essiccate per più di dodici mesi e utilizzate prevalentemente per la realizzazione di mobili in stile classico.
Tutti questi materiali rappresentano la parte “grezza” di un mobile ossia tutto ciò che non vediamo, ma che ne determina il costo, la durata e la riuscita. Ciò che rende bello ai nostri occhi un oggetto d’arredamento è il rivestimento che può essere applicato a quasi tutte queste superfici. Il truciolare, il tamburato e il multistrato possono essere rivestiti con carta melamminica (fogli di carta sottile circa 1/10 mm con effetto legno) o con laminato (prodotto simile al precedente ma con un grado di durezza più elevato, ottenuto pressando più fogli di carta impregnata). I laminati imitano molto bene anche le porosità del legno dando un aspetto quasi reale e se, opportunamente trattati, hanno una grande resistenza al graffio. Un altro rivestimento è l’impellicciatura ossia fogli di vero legno ricavati dal tronco degli alberi. Oggi però gran parte dei mobili che vengono venduti sono laccati ossia verniciati a spruzzo. È sicuramente l’mdf a trovare maggiore sbocco nei processi di laccatura che permettono al prodotto di distinguersi per le sue infinite quantità di colori, opachi o lucidi, particolarmente apprezzati negli arredamenti moderni. Queste sono soltanto alcune delle soluzioni che troviamo nel mondo dell’arredamento, perché come in tutti gli ambiti la ricerca produce sempre nuove possibilità di realizzazione.
Del legno massello, invece, ci sarebbe molto da parlare, dalle tipologie del legno utilizzato (ciliegio, faggio, noce, rovere, frassino, betulla, olmo ecc.) alle loro lavorazioni di ebanisteria fino alla finitura in cera lacca e tinture varie che esaltano la loro bellezza e l’inconfondibile naturalezza.
Per concludere bisogna dire che per determinare la reale convenienza di un prodotto non è sufficiente limitarsi al prezzo, ma occorre valutare bene un altro termine di paragone: la qualità, determinata dal costo delle materie prime e dalle lavorazioni. Solo dal rapporto tra questi elementi fondamentali si ricava il valore di ciò che si intende acquistare.
Michele Aureli